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Traffico e disagi per le Autostrade del Mare, Rino Avella: “Che Salerno decida sul suo Porto, no a disposizioni dall’alto” Attualità zonarcs 

Traffico e disagi per le Autostrade del Mare, Rino Avella: “Che Salerno decida sul suo Porto, no a disposizioni dall’alto”

“Il porto è divenuto definitivamente insostenibile per la città retrostante a causa dello sviluppo, imponente, di un comparto su tutti: le Autostrade del Mare. Si tratta di grandi traghetti Ro-Ro e Ro-Pax che – sulle rotte attivate ‘da’ e ‘per’ Salerno – trasportano (ossia caricano e scaricano) migliaia di tir al giorno”. la denuncia il consigliere comunale di Salerno, Rino Avella. Mezzi che impegnano pesantemente il viadotto Gatto, già sollecitato dal numero comunque crescente dei camion portacontainer.
Alle Autostrade del Mare è stata dedicata tutta la parte di ponente dello scalo, quella prossima alla spiaggia della Baia. La banchina con i due pontoni ospita fino a tre traghetti contemporaneamente ed un numero indefinito di rimorchi.
Per sviluppare maggiormente questo comparto si è pianificata la sciagurata idea di allargamento del porto verso la Costa d’Amalfi. Ipotesi contro la quale mi oppongo fermamente.
“Va detto chiaramente che quello delle Autostrade del Mare è un comparto che non sviluppa alcuna economia per Salerno. I camionisti, spesso, qui non comprano nemmeno un caffè. L’impatto negativo – per traffico ed inquinamento acustico ed atmosferico – è invece enorme. Ad ogni sbarco di tir, il viadotto va in sofferenza e con esso tutta la viabilità circostante e la qualità della vita dei salernitani. Semplicemente, si ripropone lo schema del grande beneficio per pochi privati a fronte dell’enorme aggravio sociale a carico della collettività.
Il porto è di Salerno ma è gestito da un autonomo Ente di Governo (Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale). Una autentica contraddizione perché le sue attività pesano ed incidono in maniera determinante sulla città.
E’ inconcepibile che le scelte sul destino della infrastruttura siano prese in sede AdSP e di Ministeri (quindi a Napoli ed a Roma) e passivamente subite dalla nostra comunità.
I salernitani debbono avere la possibilità di decidere quali attività il porto debba sviluppare e quali debbano essere limitate.
L’Amministrazione comunale è chiamata ad incidere sulla natura delle attività dello scalo”.

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